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Il Risveglio Pentecostale
in Italia


di Roberto Bracco




Questo lavoro è stato tratto dal sito della "Comunità Evangelica Pentecostale" dell'"Assemblea Cristiana Evangelica Chiesa ALFA e OMEGA" all'indirizzo web:
http://www.chiesadiroma.it/index.htm alla pagina interna: http://www.chiesadiroma.it/RBracco/Libri_varie/risveglio.htm




Capitolo 5: Comunione internazionale






1. Introduzione

2. Primi rapporti con Movimenti esteri

3. Conferma dell'indipendenza dell'Opera italiana




 

1. Introduzione

Attraverso i capitoli precedenti ho messo ripetutamente in evidenza la relazione, che sin dall'inizio, ha legato l'Opera d'Italia alle fratellanze pentecostale degli Stati Uniti.

Il risveglio della Pentecoste è stato portato nella nostra nazione ad opera dei servitori di Dio provenienti dall'America ed era quindi logico che le comunità italiane sentissero, in maniera profonda, il desiderio, anzi la necessità, di mantenere i più intimi rapporti cristiani con coloro che potevano essere considerati i "padri nella fede".

Fin dall'inizio delle persecuzioni, però, e durante i rarissimi contatti epistolari nel periodo di essa, le uniche relazioni internazionali mantenute dall'Opera italiana furono le fratellanze delle Chiese inorganizzate degli Stati Uniti, cioè con le fratellanze di quelle Chiese che successivamente si costituirono nell'associazione oggi denominata Chiese Cristiane Del Nord America.

Fino a quell'epoca non si era verificata nessuna circostanza capace di allargare l'ambito della comunione cristiana e i fratelli d'Italia vivevano ignorando in maniera quasi assoluta la posizione del risveglio pentecostale nel mondo.

Le pochissime visite di credenti di altra lingua non avevano potuto determinare rapporti profondi e duraturi e perciò il Movimento vivere in uno stato di isolamento rispetto all'Opera internazionale.

L'unica eccezione, ripeto, era costituita dai rapporti mantenuti con le fratellanze italiane d'America.

2. Primi rapporti con Movimenti esteri

La fine della persecuzione della cessazione delle ostilità belliche portarono un radicale cambiamento di questa situazione e il Movimento pentecostale italiano fu spinto verso una comunione cristiana di carattere veramente mondiale.

La prima occasione per raggiungere la nuova condizione si presentò in relazione all'arrivo dei vittoriosi eserciti americani.

Nelle file di essi c'erano un numero rilevante di pentecostali di lingua inglese, appartenenti generalmente alle Assemblee di Dio.
Questi riuscirono ben presto a mettersi in contatto con le comunità italiane che furono lietissimi di accogliergli fraternamente nel proprio seno.

La totalità, forse, dei cristiani della nostra nazione ignorava, a quell'epoca, l'esistenza di varie organizzazioni pentecostali negli Stati Uniti, e perciò fu con meraviglia che scoprimmo che i soldati americani accolti nelle nostre chiese non appartenevano, dal punto di vista organizzativo, a quelle medesime fratellanze da noi riconosciute.
Non per questo l'amore per essi fu turbato o affievolito perché cominciammo ad apprezzare lo zelo della consacrazione di questi cari giovani pieni di Spirito Santo.

Il primo incontro con le Assemblee di Dio, quindi, fu del tutto incidentale e può essere collocato storicamente agli anni 1944-1945; comunque fu un incontro ufficioso caratterizzato soltanto da un profondo sentimento di fraternità.

Mentre si verificava questa simpatica circostanza, le fratellanze italo-americane delle Chiese Cristiane del Nord America riallacciavano profondamente le relazioni, interrotte in conseguenza della persecuzione e della guerra, con l'Opera d'Italia e prime fra tutte, manifestavano in maniera concreta il loro spirito di amore e di collaborazione facendo giungere nella nostra nazione il primo cospicuo frutto di liberalità cristiana.

Anzi, come ho detto in altra parte di questo volumetto, fu soprattutto in conseguenza delle paterne offerte inviate da queste fratellanze all'Opera d'Italia, che nacque il problema della costituzione di alcuni comitati e quindi che nacque il problema dell'Organizzazione.

Alla fine dell'anno 1945 si aprì per l'Opera d'Italia, una nuova porta verso la comunione internazionale: giunse fra noi dal Ticino (Svizzera italiana) il fratello H. Parli sollecitato dalle fratellanze inglesi con le quali egli aveva intimi rapporti, ad esaminare la situazione del nostro Movimento.

La sua visita, ricca di benedizioni, suscitò un risveglio spirituale in alcune comunità e gettò un ponte per stringere fraterni rapporti di comunione con le fratellanze svizzere.

I risultati più fecondi furono: l'inizio della pubblicazione del Risveglio Pentecostale (organo del nostro Movimento), incoraggiato dalla Chiesa di Zurigo che offrì il pagamento del primo numero di esso; la visita itinerante del fratello Gorietti alle comunità svizzere e soprattutto i profondi rapporti che si stabilirono con le poche comunità della Svizzera italiana.

Nell'agosto 1946 in coincidenza con il Convegno di Roma, avvenne il primo incontro fra un vero esponente delle Assemblee di Dio degli Stati Uniti e le fratellanze d'Italia.

Condotto dal fratello Parli giunse fra noi il dott. H. Ness, pastore della Chiesa di Sattle, e presidente dell'importante Scuola Biblica fondata da lui stesso nella medesima città.

Egli presenziò i lavori di quel Convegno la cui presidenza onoraria era stata data al fratello N. Di Gregorio, oggi pastore della comunità indipendente di Chicago, e si rese conto delle molteplici difficoltà economiche e giuridiche nelle quali si dibatteva il Movimento, e spontaneamente e generosamente offrì tutto il suo influente appoggio per aiutare l'Opera.

Le sue promesse furono realmente mantenute ed
egli si prodigò in maniera veramente encomiabile a favore delle chiese italiane:
la prima offerta di un documento di affiliazione fu proposta dal fratello Ness sin da quel lontano incontro, ma a quell'epoca l'iniziativa era nettamente prematura.

Nel maggio dell'anno successivo, 1947, giunsero a Roma, diretti a Zurigo dove si teneva il 2° Convegno Pentecostale Mondiale, i fratelli E. Williams e N. Perkin, sopraintendente generale delle Assemblee di Dio, il primo, e segretario missionario della medesima associazione, il secondo.

Questa visita servì ad approfondire i rapporti di comunione cristiana fra l'Opera d'Italia e le fratellanze delle Assemblee di Dio e soprattutto servì ad affrontare in maniera positiva il problema della affiliazione che si sarebbe forse resa necessaria.

I due esponenti del Movimento americano precisarono che le Assemblee di Dio erano pronte a fornire il documento necessario al solo scopo di aiutare l'Opera d'Italia.

Esse non intendevano assolutamente, con l'offerta di questo documento, ottenere la subordinazione delle chiese italiane che rimanevano, perciò, completamente autonome e libere come erano sempre state nel passato.

Pochi giorni dopo ebbe inizio il Convegno Mondiale di Zurigo, dove erano rappresentate le fratellanze pentecostali di 22 diverse nazioni.

L'Italia aveva il proprio rappresentante nella persona del fratello U. N. Gorietti che ebbe modo di suscitare il più vivo interesse generale mediante una relazione dettagliata intorno all'Opera d'Italia.

In questa maniera, finalmente, le porte della comunione internazionale si aprirono verso tutte le direzioni.

Al termine del convegno di Zurigo molti fratelli di altre nazioni raggiunsero l'Italia per visitare il Movimento pentecostale.

Fra questi c'era il fratello A. Mauriello, pastore della chiesa di Philadelphia, chiesa che sin da quell'epoca desiderava attuare un programma missionario assolutamente personale.

Il fratello Mauriello strinse vincoli affettuosi di comunione e si concretizzarono, mesi dopo, nell'invio in Italia di alcune offerte per aiutare parzialmente un piccolo numero di servitori di Dio.

Il 25 maggio 1948 il fratello U. N. Gorietti, quale rappresentante dell'Opera d'Italia e quale incaricato della comunità di Roma, partì verso gli Stati Uniti onde chiarire ed approfondire i rapporti cristiani con tutte le fratellanze pentecostali americane.

Contemporaneamente egli doveva compiere un itinerario attraverso gli Stati della Confederazione per raccogliere le offerte necessarie alla costruzione di un locale di culto in Roma.

Questa costosissima impresa era stata promossa e generosamente aiutata dal fratello H. Ness, sempre ricco di promesse e di iniziative.

Nello stesso mese di maggio dell'anno 1948 il fratello Gorietti ebbe la possibilità di presenziare, negli Stati Uniti, i convegni delle Chiese Cristiane Del Nord America e del nascente Ramo italiano delle Assemblee di Dio.

Questa nuova organizzazione formatesi con un discreto numero di chiese italo-americane, delle quali molte indipendenti, suscitò negli Stati Uniti, un vivo antagonismo che ebbe inevitabili ripercussioni in Italia, ma indubbiamente contribuì, sia pure indirettamente allo sviluppo dell'attività missionaria di tutte le fratellanze italiane d'America.

Il fratello Gorietti cercò, in ambedue questi convegni, di illustrare ampiamente la situazione dell'Opera d'Italia e soprattutto cercò di far comprendere che il Movimento italiano desiderava mantenersi in comunione con tutti e desiderava collaborare con ogni organizzazione pentecostale, ma non intendeva e non poteva rendersi dipendente, in maniera totale, di alcuno.

Forse in quell'epoca e in quell'atmosfera riscaldata le chiarificazioni non furono sufficienti e le C.C.N.A. decisero, in sede di convegno, di inviare due rappresentanti della propria organizzazione per esaminare da vicino la situazione dell'Opera in Italia.

La scelta cadde sui fratelli O. Angelelli e M. Palma; la sorella C. Palma fu designata e si offrì di accompagnare i due servitori di Dio in qualità di segretaria.

Verso la fine dell'anno 1948 i fr. Palma ed Angelelli giunsero in Italia.

Visitarono le comunità;

s'incontrarono con gli esponenti dell'Opera;

presenziarono ad una riunione dei diversi Comitati

e quindi tornarono negli Stati Uniti per relazionare sull'attività svolta.

A seguito di questa visita le Chiese Cristiane Del Nord America decisero di inviare una regolare offerta mensile a cinque servitori di Dio italiani proposti e raccomandati dai fratelli Angelelli e Palma.

Nel 1949, in Parigi, ebbe luogo il 3° Convegno Mondiale Pentecostale; l'Italia era rappresentata dai fratelli U. N. Gorietti, R. Bracco, M. Lucini.

In una sessione privata, tenuta nel corso di questo convegno, i rappresentanti delle Assemblee di Dio promisero un'offerta mensile da destinarsi a cura dei fratelli principali dell'Opera d'Italia.
Infatti dall'anno successivo, 1950, essi iniziarono l'invio della somma mantenendola per alcuni anni.

Nello stesso anno 1950 giunse in Italia il fratello A. Caprino che, quale rappresentante della Chiesa di Camdem, di cui era pastore, strinse personali relazioni tra questa chiesa è il Movimento italiano.

Anche questa visita produsse dei frutti concreti con l'invio, da parte della chiesa di Camdem, di alcune offerte a favore di Operai nel servizio di Dio in Italia.

3. Conferma dell'indipendenza dell'Opera italiana

Come appare chiaramente da queste circostanze, l'indipendenza assoluta dell'Opera italiana è stata costantemente mantenuta anche nello stringersi sempre più frequenti relazioni cristiane con movimenti pentecostali di altre nazioni.

Nell'anno 1951 anche il ramo italiano delle Assemblee di Dio cominciò a manifestare, in maniera concreta, il proprio interesse missionario per l'Opera d'Italia con l'invio di alcune offerte ad operai italiani impegnati nel servizio del Signore.

Nello stesso anno le Chiese Cristiane Del Nord America svilupparono il loro piano di assistenza fraterna approfondendo così i vincoli di comunione cristiana con il Movimento italiano.

Anche le Chiese pentecostali del Canada incominciarono loro attività collaboratrice, inviando alcune offerte destinate ad Operai cristiani in Italia da loro stessi designati.

Verso la fine dell'anno la Chiesa italiana di Philadelphia, di cui era divenuto pastore l'instancabile fratello Carmine Di Biase, iniziò un programma proprio di assistenza missionaria a favore dell'Italia: il programma di limiti larghissimi, per una sola comunità, fu ulteriormente sviluppato negli anni successivi ed è attuato anche presentemente.

Intanto, però, un nuovo avvenimento giunse ad agitare un poco le acque delle relazioni internazionali: la determinazione, forse intempestiva in quell'epoca, prese dal Convegno del 1951 del Ramo italiano di inviare in Italia un proprio rappresentante che fu designato nella persona del fratello A. Piraino.

Questa determinazione poteva creare l'impressione che l'Opera d'Italia fosse soggetta e quindi controllata dal Ramo italiano.

Furono necessarie pianificazioni e smentite.

Una determinazione analoga fu presa dalle Chiese Cristiane Del Nord America che decisero, quindi, di designare e mandare un proprio rappresentante; la scelta cadde sul fratello A. Di Biase.

Il fratello Piraino venne confermato nel suo incarico anche per gli anni successivi e quindi è rimasto in Italia fino ad oggi interrompendo il suo soggiorno soltanto per compiere due itinerari negli Stati Uniti.

Il fratello Di Biase invece chiese, al termine del suo mandato, la necessaria sostituzione che fu designata nella persona del fratello E. Palma che già si trovava in Italia.

Al suo ritorno negli Stati Uniti il fratello A. Di Biase prese il pastorato di una Chiesa italiana di New York.


In realtà la presenza dei due rappresentanti stranieri contribuì a chiarire sempre più profondamente la posizione dell'Opera d'Italia che desiderava avere comunione con tutti e gradiva la collaborazione di tutti, ma non poteva subordinare la propria attività all'interferenza amministrativa di qualsiasi organizzazione, anche perché i vari problemi dell'Opera potevano essere risolti soltanto localmente e nei limiti della più ampia autonomia.

I programmi delle varie organizzazioni in comunione e collaborazione con l'Italia seguirono i più diversi sviluppi.

Per esempio, le Chiese Cristiane Del Nord America, a mezzo del proprio Comitato Missionario e della segreteria del Distretto dell'Est, che comprendeva e comprende particolarmente le chiese del circondario di New York, svilupparono il loro piano di assistenza missionaria aumentando gradatamente le proprie offerte.

Le Assemblee di Dio e il Ramo italiano diminuirono, invece, attraverso il tempo, le loro offerte fino alla totale cessazione da parte delle prime e da una accentuatissima diminuzione ad opera del secondo.
Il programma di assistenza missionaria di queste due organizzazioni fu cambiato in un programma di letteratura cristiana e di assistenza al favore delle Scuole Domenicali d'Italia.

Negli ultimi anni però anche le C.C.N.A. hanno iniziato un piano di graduale diminuzione delle offerte.

La chiesa di Camdem, invece, continuò, anzi rinnovò il proprio programma missionario sotto la guida del nuovo pastore fratello Perna.

A tutte queste organizzazioni si aggiunsero, in uno spirito di vera collaborazione e di servizio, in epoche successive, chiese ed individui.

Non posso per esempio, dimenticare la Chiesa italiana di Los Angeles presieduta dal fratello A. Bellesi, o l'opera personale svolta dal fratello V. Burchieri, o l'attività efficacissima del Comitato pro-cultura biblica di Los Angeles che unitamente alle Assemblee di Dio ha reso possibile l'organizzazione della nostra Scuola Biblica di Roma.

Non posso neanche dimenticare le iniziative private di tante chiese di lingua inglese, di cui sarebbe difficile dare l'elenco, che hanno collaborato con l'Opera italiana in un sentimento di fraternità cristiana; oppure la generosa attività della chiesa di New York, presieduta dal fratello Silvio Margadonna, che oltre al contributo dato sempre a mezzo delle C.C.N.A., si è ripetutamente distinta per le proprie iniziative private.

Le porte della comunione internazionale si sono aperte davanti alle chiese italiane e se esse ci hanno dato una più profonda comunione ed una più intensa collaborazione con le fratellanze italiane degli Stati Uniti alle quali eravamo già intimamente legati per motivi di origini e di lingua, ci hanno anche offerto la possibilità di stringere rapporti di comunione cristiana con tante altre organizzazioni di nazioni e lingue diverse, che ci hanno edificati ed arricchiti spiritualmente con le loro esperienze, con il loro amore, con la loro collaborazione.

Voglio anche ricordare, per fedeltà di cronaca, il breve itinerario compiuto negli Stati Uniti dal fratello S. Anastasio, pastore della chiesa di Napoli.

Egli, per ragioni di salute fu costretto ad anticipare il suo ritorno in Italia, ma nel periodo della sua permanenza manifestò, in maniera pratica, (col visitare chiese pentecostali indipendenti o di diverse organizzazioni) il desiderio dell'Opera d'Italia di avere comunione spirituale con tutte le sane organizzazioni pentecostali.

Voglio anche ricordare il viaggio compiuto dal fratello R. Bracco nel 1952 che, per mandato del Consiglio Generale delle chiese, doveva presenziare i convegni del Ramo italiano e delle C.C.N.A., per ribadire ufficialmente il concetto dell'autonomia dell'Opera d’Italia e per chiedere l'unificazione dell'attività missionaria a favore dell'Italia delle due organizzazioni.

Purtroppo anche questa missione rimase incompiuta perché ragioni di salute impedirono detto fratello di essere presente al convegno delle C.C.N.A.
Durante l'itinerario di circa tre mesi furono però visitate chiese delle
Assemblee di Dio, del Ramo italiano, delle C.C.N.A., delle Assemblee del Canada oltre ad alcune comunità indipendenti.

Quindi anche questa missione confermò decisamente il concetto di assoluta autonomia del Movimento in Italia.

Ed infine voglio ricordare la missione dei fratelli F. Maruso e R. L. Corsini inviati in Italia dalle C.C.N.A., nel dicembre 1954 e quella del fratello Q. Grilli, sovrintendente del Ramo italiano giunto nella nostra nazione nella primavera 1955.

Anche queste missioni contribuirono a chiarire e a ribadire i fraterni rapporti di comunione e collaborazione fra l'Opera italiana e le fratellanze d'America di lingua italiana.

Oggi l'Opera d'Italia è in comunione con il Movimento pentecostale di tutto il mondo, ha particolari rapporti di intimità con le fratellanze italiane d'America, ma ha relazioni con tutti, pur senza dipendere da alcuno.

Voglio chiudere questo capitolo con l'elenco dei Convegni Mondiali Dell'Opera Pentecostale:

1° Convegno 1939 - Stoccolma - (nessun rappresentante italiano);

2° Convegno 1947 - Zurigo (1 rappresentante italiano);

3° Convegno 1949 - Parigi (3 rappresentanti italiani);

4° Convegno 1952 - Londra (3 rappresentanti italiani);

5° Convegno 1955 - Stoccolma (5 rappresentanti italiani).


RIASSUMENDO:

Il risveglio della Pentecoste è stato portato nella nostra nazione ad opera dei servitori di Dio provenienti dall'America ed era quindi logico che le comunità italiane sentissero, in maniera profonda, il desiderio di mantenere i più intimi rapporti cristiani con coloro che potevano essere considerati i "padri nella fede".
Fin dall'inizio delle persecuzioni, però, le uniche relazioni internazionali mantenute dall'Opera italiana furono le fratellanze delle Chiese inorganizzate degli Stati Uniti, quelle Chiese, cioè, che successivamente si costituirono nell'associazione oggi denominata Chiese Cristiane Del Nord America.

La prima occasione per allacciare nuovi rapporti si presentò con l'arrivo degli eserciti americani, nelle file dei quali c'era un numero rilevante di pentecostali di lingua inglese, appartenenti generalmente alle Assemblee di Dio.

Intanto le fratellanze italo-americane delle Chiese Cristiane del Nord America riallacciavano le relazioni con l'Opera d'Italia facevano giungere nella nostra nazione il primo cospicuo frutto di liberalità cristiana.

Alla fine dell'anno 1945 si aprì per l'Opera d'Italia, una nuova porta verso la comunione internazionale: giunse fra noi dal Ticino (Svizzera italiana) il fratello H. Parli sollecitato dalle fratellanze inglesi con le quali egli aveva intimi rapporti, ad esaminare la situazione del nostro Movimento.
I risultati più fecondi furono: l'inizio della pubblicazione del Risveglio Pentecostale (organo del nostro Movimento), incoraggiato dalla Chiesa di Zurigo che offrì il pagamento del primo numero di esso; la visita itinerante del fratello Gorietti alle comunità svizzere e soprattutto i profondi rapporti che si stabilirono con le poche comunità della Svizzera italiana.

Nell'agosto 1946 in coincidenza con il Convegno di Roma, avvenne il primo incontro fra un vero esponente delle Assemblee di Dio degli Stati Uniti e le fratellanze d'Italia. Condotto dal fratello Parli giunse fra noi il dott. H. Ness, pastore della Chiesa di Sattle, e presidente dell'importante Scuola Biblica fondata da lui stesso nella medesima città. Egli presenziò i lavori di quel Convegno e si rese conto delle molteplici difficoltà economiche e giuridiche nelle quali si dibatteva il Movimento. Spontaneamente e generosamente offrì tutto il suo influente appoggio per aiutare l'Opera e la prima offerta fu un documento di affiliazione, ma a quell'epoca l'iniziativa era nettamente prematura.

Nel maggio dell'anno successivo, 1947, giunsero a Roma, diretti a Zurigo dove si teneva il 2° Convegno Pentecostale Mondiale, i fratelli E. Williams e N. Perkin delle Assemblee di Dio. Questa visita servì ad approfondire i rapporti di comunione cristiana fra l'Opera d'Italia e le fratellanze delle Assemblee di Dio e soprattutto servì ad affrontare in maniera positiva il problema della affiliazione. I due esponenti del Movimento americano precisarono che le Assemblee di Dio erano pronte a fornire il documento necessario al solo scopo di aiutare l'Opera d'Italia. Esse non intendevano assolutamente ottenere la subordinazione delle chiese italiane che rimanevano, perciò, completamente autonome e libere come erano sempre state nel passato.

Pochi giorni dopo ebbe inizio il Convegno Mondiale di Zurigo. L'Italia era rappresentata dal fratello U. N. Gorietti che ebbe modo di suscitare il più vivo interesse generale intorno all'Opera d'Italia. In questa maniera, finalmente, le porte della comunione internazionale si aprirono verso tutte le direzioni.

Il 25 maggio 1948 il fratello U. N. Gorietti partì verso gli Stati Uniti onde chiarire ed approfondire i rapporti cristiani con tutte le fratellanze pentecostali americane. Questa costosissima impresa era stata promossa e generosamente aiutata dal fratello H. Ness.

Nello stesso mese di maggio dell'anno 1948 il fratello Gorietti ebbe la possibilità di presenziare, negli Stati Uniti, i convegni delle Chiese Cristiane Del Nord America e del nascente Ramo italiano delle Assemblee di Dio.
Il fratello Gorietti cercò, in ambedue questi convegni, di illustrare la situazione dell'Opera d'Italia e soprattutto cercò di far comprendere che il Movimento italiano desiderava mantenersi in comunione con tutti, ma non intendeva e non poteva rendersi dipendente, in maniera totale, di alcuno.

Forse in quell'epoca e in quell'atmosfera riscaldata le chiarificazioni non furono sufficienti e le C.C.N.A. decisero di inviare due rappresentanti della propria organizzazione per esaminare da vicino la situazione dell'Opera in Italia. La scelta cadde sui fratelli O. Angelelli e M. Palma; la sorella C. Palma fu designata e si offrì di accompagnare i due servitori di Dio in qualità di segretaria. A seguito di questa visita le Chiese Cristiane Del Nord America decisero di inviare una regolare offerta mensile a cinque servitori di Dio italiani proposti e raccomandati dai fratelli Angelelli e Palma.

Nel 1949, in Parigi, ebbe luogo il 3° Convegno Mondiale Pentecostale; l'Italia era rappresentata dai fratelli U. N. Gorietti, R. Bracco, M. Lucini. In una sessione privata del convegno, i rappresentanti delle Assemblee di Dio promisero un'offerta mensile da destinarsi a cura dei fratelli principali dell'Opera d'Italia.

Da quel momento fu un susseguirsi di iniziative a favore dell'Opera in Italia, come quella del fratello A. Caprino, rappresentante della Chiesa di Camdem, del ramo italiano delle Assemblee di Dio con l'invio di alcune offerte ad operai italiani impegnati nel servizio del Signore,
delle Chiese Cristiane Del Nord America che svilupparono il loro piano di assistenza fraterna, delle Chiese pentecostali del Canada , della Chiesa italiana di Philadelphia, di cui era divenuto pastore l'instancabile fratello Carmine Di Biase.

Intanto il Convegno del 1951 del Ramo italiano decise, forse intempestivamente, di inviare in Italia un proprio rappresentante che fu designato nella persona del fratello A. Piraino.

Una determinazione analoga fu presa dalle Chiese Cristiane Del Nord America che decisero, quindi, di designare e mandare un proprio rappresentante; la scelta cadde sul fratello A. Di Biase.

In realtà la presenza dei due rappresentanti stranieri contribuì a chiarire sempre più profondamente la posizione dell'Opera d'Italia che desiderava avere comunione con tutti e gradiva la collaborazione di tutti, ma non poteva subordinare la propria attività all'interferenza amministrativa di qualsiasi organizzazione, anche perché i vari problemi dell'Opera potevano essere risolti soltanto localmente e nei limiti della più ampia autonomia.

A tutte queste organizzazioni si aggiunsero, in uno spirito di vera collaborazione e di servizio, in epoche successive, chiese ed individui.

Le porte della comunione internazionale si erano aperte davanti alle chiese italiane e ci offrirono la possibilità di stringere rapporti di comunione cristiana con tante altre organizzazioni di nazioni e lingue diverse, che ci hanno edificati ed arricchiti spiritualmente con le loro esperienze, con il loro amore, con la loro collaborazione.

Ci furono, poi, vari viaggi di diversi fratelli, come il fratello S. Anastasio, pastore della chiesa di Napoli e il fratello R. Bracco, le cui missioni contribuirono a chiarire e a ribadire i fraterni rapporti di comunione e collaborazione fra l'Opera italiana e le fratellanze d'America di lingua italiana.

Oggi l'Opera d'Italia è in comunione con il Movimento pentecostale di tutto il mondo, ha particolari rapporti di intimità con le fratellanze italiane d'America, ma ha relazioni con tutti, pur senza dipendere da alcuno.