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Il Risveglio
Pentecostale
in Italia |
di Roberto
Bracco
Capitolo 5:
Comunione internazionale
1. Introduzione
2. Primi
rapporti con Movimenti esteri
3. Conferma
dell'indipendenza dell'Opera italiana
1. Introduzione
Attraverso
i capitoli precedenti ho messo ripetutamente in evidenza
la relazione, che sin dall'inizio, ha legato l'Opera d'Italia
alle fratellanze pentecostale degli Stati Uniti.
Il risveglio della
Pentecoste è stato portato nella nostra nazione ad
opera dei servitori di Dio provenienti dall'America
ed era quindi logico che le comunità italiane
sentissero, in maniera profonda, il desiderio, anzi
la necessità, di mantenere i più intimi rapporti
cristiani con coloro che potevano essere considerati
i "padri nella fede".
Fin
dall'inizio delle persecuzioni, però, e durante
i rarissimi contatti epistolari nel periodo di
essa, le uniche relazioni internazionali
mantenute dall'Opera italiana furono le
fratellanze delle Chiese
inorganizzate degli Stati Uniti,
cioè con le fratellanze di quelle Chiese che
successivamente si costituirono nell'associazione
oggi denominata Chiese
Cristiane Del Nord America.
Fino
a quell'epoca non si era verificata nessuna circostanza
capace di allargare l'ambito della comunione cristiana e
i fratelli d'Italia vivevano ignorando in maniera quasi
assoluta la posizione del risveglio pentecostale nel
mondo.
Le
pochissime visite di credenti di altra lingua non
avevano potuto determinare rapporti profondi e
duraturi e perciò il Movimento vivere in uno stato
di isolamento rispetto all'Opera internazionale.
L'unica eccezione, ripeto, era costituita dai
rapporti mantenuti con le fratellanze italiane d'America.
2. Primi
rapporti con Movimenti esteri
La
fine della persecuzione della cessazione delle ostilità
belliche portarono un radicale cambiamento di questa
situazione e il Movimento pentecostale italiano fu spinto
verso una comunione cristiana di carattere veramente
mondiale.
La
prima occasione per raggiungere la nuova condizione
si presentò in relazione all'arrivo dei vittoriosi
eserciti americani.
Nelle file di
essi c'erano un numero rilevante di pentecostali
di lingua inglese, appartenenti generalmente alle
Assemblee di Dio.
Questi riuscirono ben presto a mettersi in
contatto con le comunità italiane che furono
lietissimi di accogliergli fraternamente nel
proprio seno.
La totalità, forse, dei
cristiani della nostra nazione ignorava, a quell'epoca,
l'esistenza di varie organizzazioni pentecostali
negli Stati Uniti, e perciò fu con meraviglia
che scoprimmo che i soldati americani accolti
nelle nostre chiese non appartenevano, dal punto
di vista organizzativo, a quelle medesime
fratellanze da noi riconosciute.
Non per questo l'amore per essi fu turbato o
affievolito perché cominciammo ad apprezzare lo
zelo della consacrazione di questi cari giovani
pieni di Spirito Santo. |
Il primo
incontro con le Assemblee di Dio, quindi, fu del
tutto incidentale e può essere collocato
storicamente agli anni 1944-1945;
comunque fu un incontro ufficioso caratterizzato
soltanto da un profondo sentimento di fraternità.
Mentre si verificava
questa simpatica circostanza, le fratellanze italo-americane
delle Chiese Cristiane del Nord
America riallacciavano
profondamente le relazioni, interrotte in conseguenza
della persecuzione e della guerra, con l'Opera d'Italia
e prime fra tutte, manifestavano in maniera concreta
il loro spirito di amore e di collaborazione facendo
giungere nella nostra nazione il primo cospicuo
frutto di liberalità cristiana.
Anzi,
come ho detto in altra parte di questo volumetto, fu
soprattutto in conseguenza delle paterne offerte inviate
da queste fratellanze all'Opera d'Italia, che nacque il
problema della costituzione di alcuni comitati e quindi
che nacque il problema dell'Organizzazione.
Alla
fine dell'anno 1945 si aprì per
l'Opera d'Italia, una nuova porta verso la comunione
internazionale: giunse fra noi dal Ticino
(Svizzera italiana)
il fratello H. Parli
sollecitato dalle fratellanze inglesi con le quali
egli aveva intimi rapporti, ad
esaminare la situazione del nostro Movimento.
La
sua visita, ricca di benedizioni, suscitò un risveglio
spirituale in alcune comunità e gettò un ponte per
stringere fraterni rapporti di comunione con le
fratellanze svizzere.
I
risultati più fecondi furono: l'inizio
della pubblicazione del Risveglio
Pentecostale (organo del nostro
Movimento), incoraggiato dalla Chiesa
di Zurigo che offrì il pagamento
del primo numero di esso; la visita itinerante del
fratello Gorietti alle comunità svizzere e
soprattutto i profondi rapporti che si
stabilirono con le poche comunità della Svizzera
italiana.
Nell'agosto
1946 in coincidenza con il
Convegno di Roma, avvenne
il primo incontro fra un vero esponente delle Assemblee
di Dio degli Stati Uniti e le
fratellanze d'Italia.
Condotto dal fratello Parli giunse fra
noi il dott. H. Ness, pastore
della Chiesa di Sattle, e
presidente dell'importante Scuola Biblica fondata da
lui stesso nella medesima città.
Egli presenziò i lavori di quel
Convegno la cui presidenza onoraria era stata data al
fratello N. Di Gregorio, oggi
pastore della comunità indipendente di
Chicago, e si rese conto delle molteplici
difficoltà economiche e giuridiche nelle quali si
dibatteva il Movimento, e spontaneamente e generosamente
offrì tutto il suo influente appoggio per aiutare l'Opera.
Le sue promesse furono realmente mantenute ed egli
si prodigò in maniera veramente encomiabile a favore
delle chiese italiane: la
prima offerta di un documento di affiliazione fu proposta
dal fratello Ness sin
da quel lontano incontro, ma a
quell'epoca l'iniziativa era nettamente prematura.
Nel
maggio dell'anno successivo, 1947,
giunsero a Roma,
diretti a Zurigo
dove si teneva il 2° Convegno
Pentecostale Mondiale, i
fratelli E. Williams
e N. Perkin,
sopraintendente generale
delle Assemblee di Dio, il
primo, e segretario
missionario della medesima
associazione, il secondo.
Questa visita servì ad
approfondire i rapporti di comunione cristiana fra l'Opera
d'Italia e le fratellanze delle Assemblee di Dio e
soprattutto servì ad affrontare in maniera positiva il
problema della affiliazione che si sarebbe forse resa
necessaria.
I due esponenti del
Movimento americano precisarono che le
Assemblee di Dio erano pronte a fornire il
documento necessario al solo scopo di aiutare l'Opera
d'Italia. Esse
non intendevano assolutamente, con l'offerta di
questo documento, ottenere la subordinazione
delle chiese italiane che rimanevano, perciò,
completamente autonome e libere come erano sempre
state nel passato.
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Pochi
giorni dopo ebbe inizio il Convegno
Mondiale di Zurigo, dove erano
rappresentate le fratellanze pentecostali di 22
diverse nazioni.
L'Italia aveva il proprio
rappresentante nella persona del
fratello U. N.
Gorietti che
ebbe modo di suscitare il più vivo interesse
generale mediante una relazione dettagliata
intorno all'Opera d'Italia.
In questa maniera, finalmente, le
porte della comunione internazionale si aprirono verso
tutte le direzioni.
Al
termine del convegno di Zurigo molti
fratelli di altre nazioni raggiunsero l'Italia
per visitare il Movimento pentecostale.
Fra questi c'era il
fratello A. Mauriello,
pastore della chiesa di
Philadelphia, chiesa che sin da
quell'epoca desiderava attuare un programma
missionario assolutamente personale.
Il
fratello Mauriello
strinse vincoli affettuosi
di comunione e si concretizzarono, mesi dopo,
nell'invio in Italia di alcune offerte per
aiutare parzialmente un piccolo numero di
servitori di Dio.
Il 25
maggio 1948 il fratello U.
N. Gorietti, quale
rappresentante dell'Opera d'Italia e quale incaricato
della comunità di Roma, partì verso gli Stati Uniti
onde chiarire ed approfondire i rapporti cristiani
con tutte le fratellanze pentecostali americane.
Contemporaneamente egli doveva
compiere un itinerario attraverso gli Stati della
Confederazione per raccogliere le offerte
necessarie alla costruzione di un locale di culto in Roma.
Questa costosissima impresa era
stata promossa e generosamente aiutata dal fratello H.
Ness, sempre ricco di promesse e di
iniziative.
Nello stesso mese di
maggio dell'anno 1948
il fratello Gorietti
ebbe la possibilità di presenziare, negli Stati
Uniti, i convegni delle Chiese
Cristiane Del Nord America e del
nascente Ramo italiano delle
Assemblee di Dio.
Questa nuova organizzazione
formatesi con un discreto numero di chiese italo-americane,
delle quali molte indipendenti, suscitò negli Stati
Uniti, un vivo antagonismo che ebbe inevitabili
ripercussioni in Italia, ma indubbiamente contribuì, sia
pure indirettamente allo sviluppo dell'attività
missionaria di tutte le fratellanze italiane d'America.
Il fratello Gorietti
cercò, in ambedue questi convegni, di illustrare
ampiamente la situazione dell'Opera d'Italia
e soprattutto cercò di far
comprendere che il Movimento
italiano desiderava mantenersi in comunione con
tutti e desiderava collaborare con ogni
organizzazione pentecostale, ma non intendeva e
non poteva rendersi dipendente, in maniera totale,
di alcuno.
Forse in quell'epoca e in
quell'atmosfera riscaldata le chiarificazioni non
furono sufficienti e le C.C.N.A.
decisero, in sede di convegno, di inviare due
rappresentanti della propria organizzazione per
esaminare da vicino la situazione dell'Opera in
Italia. |
La scelta cadde sui
fratelli O. Angelelli e M.
Palma; la sorella C.
Palma fu designata e si offrì di
accompagnare i due servitori di Dio in qualità di segretaria.
Verso la fine
dell'anno 1948 i fr. Palma
ed Angelelli
giunsero in Italia.
Visitarono
le comunità;
s'incontrarono
con gli esponenti dell'Opera;
presenziarono
ad una riunione dei diversi Comitati
e
quindi tornarono negli Stati Uniti per
relazionare sull'attività svolta.
A seguito di questa visita le Chiese
Cristiane Del Nord America decisero
di inviare una regolare offerta mensile a cinque
servitori di Dio italiani proposti e
raccomandati dai fratelli Angelelli e Palma.
Nel
1949, in Parigi,
ebbe luogo il 3° Convegno
Mondiale Pentecostale; l'Italia
era rappresentata dai fratelli U.
N. Gorietti, R.
Bracco, M.
Lucini.
In una sessione privata, tenuta
nel corso di questo convegno, i rappresentanti delle Assemblee
di Dio promisero un'offerta mensile da
destinarsi a cura dei fratelli principali dell'Opera d'Italia.
Infatti
dall'anno successivo, 1950, essi
iniziarono l'invio della somma mantenendola per alcuni
anni.
Nello
stesso anno 1950
giunse in Italia il fratello A.
Caprino che, quale
rappresentante della Chiesa di
Camdem, di
cui era pastore, strinse
personali relazioni tra questa chiesa è il Movimento
italiano.
Anche questa visita produsse dei
frutti concreti con l'invio, da parte della chiesa di
Camdem, di alcune offerte a favore di Operai nel servizio
di Dio in Italia.
3. Conferma
dell'indipendenza dell'Opera italiana
Come appare
chiaramente da queste circostanze, l'indipendenza
assoluta dell'Opera italiana è stata costantemente
mantenuta anche nello stringersi sempre più
frequenti relazioni cristiane con movimenti
pentecostali di altre nazioni.
Nell'anno
1951
anche il ramo italiano delle Assemblee
di Dio cominciò a
manifestare, in maniera concreta, il proprio
interesse missionario per l'Opera d'Italia con l'invio
di alcune offerte ad operai italiani impegnati
nel servizio del Signore.
Nello
stesso anno
le Chiese
Cristiane Del Nord America
svilupparono il loro piano di assistenza fraterna
approfondendo così i vincoli di comunione
cristiana con il Movimento italiano.
Anche
le Chiese
pentecostali del Canada
incominciarono loro attività collaboratrice,
inviando alcune offerte destinate ad Operai
cristiani in Italia da loro stessi designati.
Verso
la fine dell'anno la Chiesa
italiana di Philadelphia,
di cui era divenuto pastore l'instancabile
fratello Carmine
Di Biase, iniziò un
programma proprio di assistenza missionaria a
favore dell'Italia: il programma di limiti
larghissimi, per una sola comunità, fu
ulteriormente sviluppato negli anni successivi ed
è attuato anche presentemente.
Intanto, però, un
nuovo avvenimento giunse ad agitare un poco le acque
delle relazioni internazionali: la determinazione,
forse intempestiva in quell'epoca, prese dal Convegno
del 1951 del Ramo
italiano di inviare
in Italia un proprio rappresentante
che fu designato nella persona del fratello A.
Piraino.
Questa determinazione poteva
creare l'impressione che l'Opera d'Italia fosse soggetta
e quindi controllata dal Ramo italiano.
Furono necessarie pianificazioni e smentite.
Una determinazione
analoga fu presa dalle Chiese
Cristiane Del Nord America che
decisero, quindi, di designare e mandare un proprio
rappresentante; la scelta cadde sul fratello A.
Di Biase.
Il fratello Piraino
venne confermato nel suo incarico anche per gli
anni successivi e quindi è rimasto in Italia
fino ad oggi interrompendo il suo soggiorno
soltanto per compiere due itinerari negli Stati
Uniti.
Il fratello Di
Biase invece chiese,
al termine del suo mandato, la necessaria
sostituzione che fu designata nella persona del
fratello E.
Palma che già si
trovava in Italia.
Al suo ritorno negli Stati Uniti il fratello A.
Di Biase prese il pastorato di una Chiesa
italiana di New York.
In
realtà la presenza dei due rappresentanti
stranieri contribuì a chiarire sempre più
profondamente la posizione dell'Opera d'Italia
che desiderava avere comunione con tutti e
gradiva la collaborazione di tutti, ma non poteva
subordinare la propria attività all'interferenza
amministrativa di qualsiasi organizzazione, anche
perché i vari problemi dell'Opera
potevano essere risolti soltanto localmente e nei
limiti della più ampia autonomia.
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I programmi delle
varie organizzazioni in comunione e collaborazione
con l'Italia seguirono i più diversi sviluppi.
Per esempio, le Chiese
Cristiane Del Nord America,
a mezzo del proprio Comitato
Missionario
e della segreteria
del Distretto dell'Est,
che comprendeva e comprende particolarmente le chiese
del circondario di New York, svilupparono
il loro piano di assistenza missionaria
aumentando gradatamente le proprie offerte.
Le Assemblee di Dio
e il Ramo italiano diminuirono,
invece, attraverso il tempo, le loro
offerte fino alla totale
cessazione da parte delle prime e da
una accentuatissima diminuzione ad opera del
secondo.
Il programma di
assistenza missionaria di queste due
organizzazioni fu cambiato in un programma di
letteratura cristiana e di assistenza al favore
delle Scuole Domenicali d'Italia.
Negli ultimi anni però anche le C.C.N.A.
hanno iniziato un piano di graduale diminuzione
delle offerte.
La chiesa di
Camdem, invece,
continuò, anzi rinnovò il proprio programma
missionario sotto la guida del nuovo pastore
fratello Perna.
A tutte queste
organizzazioni si aggiunsero, in uno spirito di vera
collaborazione e di servizio, in epoche successive,
chiese ed individui.
Non posso per esempio, dimenticare la Chiesa
italiana di Los Angeles
presieduta dal fratello A.
Bellesi, o l'opera
personale svolta dal fratello V.
Burchieri,
o l'attività efficacissima del Comitato
pro-cultura biblica di Los Angeles
che unitamente alle Assemblee
di Dio ha
reso possibile l'organizzazione della nostra Scuola
Biblica di Roma.
Non posso neanche dimenticare le iniziative
private di tante chiese di lingua inglese, di cui
sarebbe difficile dare l'elenco, che hanno
collaborato con l'Opera italiana in un sentimento
di fraternità cristiana; oppure la generosa
attività della chiesa
di New York,
presieduta dal fratello Silvio
Margadonna,
che oltre al contributo dato sempre a mezzo delle
C.C.N.A.,
si è ripetutamente distinta per le proprie
iniziative private.
Le
porte della comunione internazionale si sono
aperte davanti alle chiese italiane e se esse ci
hanno dato una più profonda comunione ed una
più intensa collaborazione con le fratellanze
italiane degli Stati Uniti alle quali eravamo
già intimamente legati per motivi di origini e
di lingua, ci hanno anche offerto la possibilità
di stringere rapporti di comunione cristiana con
tante altre organizzazioni di nazioni e lingue
diverse, che ci hanno edificati ed arricchiti
spiritualmente con le loro esperienze, con il
loro amore, con la loro collaborazione.
|
Voglio
anche ricordare, per fedeltà di cronaca, il breve
itinerario compiuto negli Stati Uniti dal fratello S.
Anastasio, pastore della chiesa
di Napoli.
Egli, per ragioni di salute fu
costretto ad anticipare il suo ritorno in Italia, ma nel
periodo della sua permanenza manifestò, in maniera
pratica, (col visitare chiese pentecostali
indipendenti o di diverse organizzazioni) il
desiderio dell'Opera d'Italia di avere comunione
spirituale con tutte le sane organizzazioni pentecostali.
Voglio anche
ricordare il viaggio compiuto dal fratello R.
Bracco nel 1952 che, per mandato
del Consiglio Generale delle chiese, doveva
presenziare i convegni del Ramo italiano e delle C.C.N.A.,
per ribadire ufficialmente il concetto dell'autonomia
dell'Opera dItalia e per chiedere l'unificazione
dell'attività missionaria a favore dell'Italia delle
due organizzazioni.
Purtroppo anche questa missione
rimase incompiuta perché ragioni di salute impedirono
detto fratello di essere presente al convegno delle C.C.N.A.
Durante l'itinerario di circa tre mesi furono però
visitate chiese delle Assemblee di Dio,
del Ramo italiano, delle C.C.N.A.,
delle Assemblee del Canada oltre
ad alcune comunità indipendenti.
Quindi anche questa missione
confermò decisamente il concetto di assoluta autonomia
del Movimento in Italia.
Ed infine voglio
ricordare la missione dei fratelli F.
Maruso e R.
L. Corsini inviati in Italia
dalle C.C.N.A., nel dicembre 1954 e quella del
fratello Q. Grilli,
sovrintendente del Ramo italiano giunto nella nostra
nazione nella primavera 1955.
Anche queste missioni
contribuirono a chiarire e a ribadire i fraterni rapporti
di comunione e collaborazione fra l'Opera italiana e le
fratellanze d'America di lingua italiana.
Oggi
l'Opera d'Italia è in comunione con il Movimento
pentecostale di tutto il mondo, ha particolari
rapporti di intimità con le fratellanze italiane d'America,
ma ha relazioni con tutti, pur senza dipendere da
alcuno.
Voglio chiudere questo capitolo
con l'elenco dei Convegni Mondiali Dell'Opera
Pentecostale:
1°
Convegno 1939 -
Stoccolma - (nessun rappresentante italiano);
2° Convegno 1947 -
Zurigo (1 rappresentante italiano);
3°
Convegno 1949 -
Parigi (3 rappresentanti italiani);
4°
Convegno 1952 -
Londra (3 rappresentanti italiani);
5°
Convegno 1955 - Stoccolma
(5 rappresentanti italiani).
RIASSUMENDO:
Il risveglio della Pentecoste è stato portato
nella nostra nazione ad opera dei servitori di
Dio provenienti dall'America ed era quindi logico
che le comunità italiane sentissero, in maniera
profonda, il desiderio di mantenere i più intimi
rapporti cristiani con coloro che potevano essere
considerati i "padri nella fede".
Fin dall'inizio delle persecuzioni, però, le
uniche relazioni internazionali mantenute dall'Opera
italiana furono le fratellanze delle Chiese
inorganizzate degli Stati Uniti, quelle Chiese,
cioè, che successivamente si costituirono nell'associazione
oggi denominata Chiese Cristiane Del Nord America.
La prima occasione per allacciare nuovi rapporti
si presentò con l'arrivo degli eserciti
americani, nelle file dei quali c'era un numero
rilevante di pentecostali di lingua inglese,
appartenenti generalmente alle Assemblee di Dio.
Intanto le fratellanze italo-americane delle
Chiese Cristiane del Nord America riallacciavano
le relazioni con l'Opera d'Italia facevano
giungere nella nostra nazione il primo cospicuo
frutto di liberalità cristiana.
Alla fine dell'anno 1945 si aprì per l'Opera d'Italia,
una nuova porta verso la comunione internazionale:
giunse fra noi dal Ticino (Svizzera italiana) il
fratello H. Parli sollecitato dalle fratellanze
inglesi con le quali egli aveva intimi rapporti,
ad esaminare la situazione del nostro Movimento.
I risultati più fecondi furono: l'inizio della
pubblicazione del Risveglio Pentecostale (organo
del nostro Movimento), incoraggiato dalla Chiesa
di Zurigo che offrì il pagamento del primo
numero di esso; la visita itinerante del fratello
Gorietti alle comunità svizzere e soprattutto i
profondi rapporti che si stabilirono con le poche
comunità della Svizzera italiana.
Nell'agosto 1946 in coincidenza con il Convegno
di Roma, avvenne il primo incontro fra un vero
esponente delle Assemblee di Dio degli Stati
Uniti e le fratellanze d'Italia. Condotto dal
fratello Parli giunse fra noi il dott. H. Ness,
pastore della Chiesa di Sattle, e presidente dell'importante
Scuola Biblica fondata da lui stesso nella
medesima città. Egli presenziò i lavori di quel
Convegno e si rese conto delle molteplici
difficoltà economiche e giuridiche nelle quali
si dibatteva il Movimento. Spontaneamente e
generosamente offrì tutto il suo influente
appoggio per aiutare l'Opera e la prima offerta
fu un documento di affiliazione, ma a quell'epoca
l'iniziativa era nettamente prematura.
Nel maggio dell'anno successivo, 1947, giunsero a
Roma, diretti a Zurigo dove si teneva il 2°
Convegno Pentecostale Mondiale, i fratelli E.
Williams e N. Perkin delle Assemblee di Dio.
Questa visita servì ad approfondire i rapporti
di comunione cristiana fra l'Opera d'Italia e le
fratellanze delle Assemblee di Dio e soprattutto
servì ad affrontare in maniera positiva il
problema della affiliazione. I due esponenti del
Movimento americano precisarono che le Assemblee
di Dio erano pronte a fornire il documento
necessario al solo scopo di aiutare l'Opera d'Italia.
Esse non intendevano assolutamente ottenere la
subordinazione delle chiese italiane che
rimanevano, perciò, completamente autonome e
libere come erano sempre state nel passato.
Pochi giorni dopo ebbe inizio il Convegno
Mondiale di Zurigo. L'Italia era rappresentata
dal fratello U. N. Gorietti che ebbe modo di
suscitare il più vivo interesse generale intorno
all'Opera d'Italia. In questa maniera, finalmente,
le porte della comunione internazionale si
aprirono verso tutte le direzioni.
Il 25 maggio 1948 il fratello U. N. Gorietti
partì verso gli Stati Uniti onde chiarire ed
approfondire i rapporti cristiani con tutte le
fratellanze pentecostali americane. Questa
costosissima impresa era stata promossa e
generosamente aiutata dal fratello H. Ness.
Nello stesso mese di maggio dell'anno 1948 il
fratello Gorietti ebbe la possibilità di
presenziare, negli Stati Uniti, i convegni delle
Chiese Cristiane Del Nord America e del nascente
Ramo italiano delle Assemblee di Dio.
Il fratello Gorietti cercò, in ambedue questi
convegni, di illustrare la situazione dell'Opera
d'Italia e soprattutto cercò di far comprendere
che il Movimento italiano desiderava mantenersi
in comunione con tutti, ma non intendeva e non
poteva rendersi dipendente, in maniera totale, di
alcuno.
Forse in quell'epoca e in quell'atmosfera
riscaldata le chiarificazioni non furono
sufficienti e le C.C.N.A. decisero di inviare due
rappresentanti della propria organizzazione per
esaminare da vicino la situazione dell'Opera in
Italia. La scelta cadde sui fratelli O. Angelelli
e M. Palma; la sorella C. Palma fu designata e si
offrì di accompagnare i due servitori di Dio in
qualità di segretaria. A seguito di questa
visita le Chiese Cristiane Del Nord America
decisero di inviare una regolare offerta mensile
a cinque servitori di Dio italiani proposti e
raccomandati dai fratelli Angelelli e Palma.
Nel 1949, in Parigi, ebbe luogo il 3° Convegno
Mondiale Pentecostale; l'Italia era rappresentata
dai fratelli U. N. Gorietti, R. Bracco, M. Lucini.
In una sessione privata del convegno, i
rappresentanti delle Assemblee di Dio promisero
un'offerta mensile da destinarsi a cura dei
fratelli principali dell'Opera d'Italia.
Da quel momento fu un susseguirsi di iniziative a
favore dell'Opera in Italia, come quella del
fratello A. Caprino, rappresentante della Chiesa
di Camdem, del ramo italiano delle Assemblee di
Dio con l'invio di alcune offerte ad operai
italiani impegnati nel servizio del Signore,
delle Chiese Cristiane Del Nord America che
svilupparono il loro piano di assistenza fraterna,
delle Chiese pentecostali del Canada , della
Chiesa italiana di Philadelphia, di cui era
divenuto pastore l'instancabile fratello Carmine
Di Biase.
Intanto il Convegno del 1951 del Ramo italiano
decise, forse intempestivamente, di inviare in
Italia un proprio rappresentante che fu designato
nella persona del fratello A. Piraino.
Una determinazione analoga fu presa dalle Chiese
Cristiane Del Nord America che decisero, quindi,
di designare e mandare un proprio rappresentante;
la scelta cadde sul fratello A. Di Biase.
In realtà la presenza dei due rappresentanti
stranieri contribuì a chiarire sempre più
profondamente la posizione dell'Opera d'Italia
che desiderava avere comunione con tutti e
gradiva la collaborazione di tutti, ma non poteva
subordinare la propria attività all'interferenza
amministrativa di qualsiasi organizzazione, anche
perché i vari problemi dell'Opera potevano
essere risolti soltanto localmente e nei limiti
della più ampia autonomia.
A tutte queste organizzazioni si aggiunsero, in
uno spirito di vera collaborazione e di servizio,
in epoche successive, chiese ed individui.
Le porte della comunione internazionale si erano
aperte davanti alle chiese italiane e ci
offrirono la possibilità di stringere rapporti
di comunione cristiana con tante altre
organizzazioni di nazioni e lingue diverse, che
ci hanno edificati ed arricchiti spiritualmente
con le loro esperienze, con il loro amore, con la
loro collaborazione.
Ci furono, poi, vari viaggi di diversi fratelli,
come il fratello S. Anastasio, pastore della
chiesa di Napoli e il fratello R. Bracco, le cui
missioni contribuirono a chiarire e a ribadire i
fraterni rapporti di comunione e collaborazione
fra l'Opera italiana e le fratellanze d'America
di lingua italiana.
Oggi l'Opera d'Italia è in comunione con il
Movimento pentecostale di tutto il mondo, ha
particolari rapporti di intimità con le
fratellanze italiane d'America, ma ha relazioni
con tutti, pur senza dipendere da alcuno.
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